Alfonsina y el mar – di Ariel Ramírez e Félix Luna
Figlia di un industriale della birra, Alfonsina Storni nacque nel 1892 in Canton Ticino, per poi trasferirsi con la famiglia in Argentina, all’età di quattro anni, dove i genitori aprirono una trattoria. L’andamento incerto degli affari la costrinse a lavorare fin da giovanissima come lavapiatti, cameriera, cucitrice e operaia. A proposito del suo nome diceva: “Mi chiamarono Alfonsina, che significa disposta a tutto”.
Nel 1912, mise al mondo il figlio Alessandro, senza essere sposata e senza rivelare il nome del padre naturale del bambino. La condizione di ragazza madre, il desiderio di proteggere l’intimità dei propri affetti, la necessità di affrontare da sola i problemi della vita, determinarono in lei un atteggiamento di aperta sfida e contrapposizione ai pregiudizi sociali e alla morale vigente.
Di lei si disse che fu una donna del popolo, una maestra, una socialista, diventata una star della poesia latino-americana, nota anche in Europa dove ha tenuto conferenze, tradotta in francese e in italiano, una donna pubblica, una femminista che si è battuta per i diritti delle donne, una donna ultramoderna.
Molti i racconti sulle sue ultime ore di vita: si dice che Alfonsina, giunta in solitudine in un piccolo albergo di Mar del Plata, abbia composto la poesia Voy a Dormir, e il giorno successivo si uccise entrando in mare e dirigendosi verso il largo, fino a quando le onde non la sommersero. Era il 1938 e aveva 46 anni.
Il suicidio della poetessa ispirò la canzone Alfonsina y el mar di Ariel Ramírez e Félix Luna.
Haydée Mercedes Sosa nasce il 9 luglio 1935 nella capitale della provincia di Tucumán, nel nord-ovest dell’Argentina, terza di cinque figli di una famiglia molto umile.
Simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura, si definiva cantora popular.
Con l’instaurazione della dittatura la sua musica di denuncia inizia ad essere invisa ai militari. Vittima della censura, viene imprigionata durante un concerto a La Plata e nel 1979 è costretta all’esilio a Parigi e l’anno dopo a Madrid. Torna in Argentina il 18 febbraio 1982, alla vigilia della caduta del regime.
Mercedes Sosa oltre che una cantante eccezionale, è stata rappresentante per l’America Latina e le isole caraibiche nella Commissione per la stesura della Carta della Terra.
Muore nel 2009, a 74 anni, per una disfunzione renale. Tutto il Sudamerica manifesta il suo dolore: il governo argentino e quello peruviano dichiarano il lutto nazionale in tutto il paese.
“Madre di America”, “Pachamama” la voce della terra, Mercedes Sosa, era nota anche semplicemente come “La Negra”.