Lei da giovane, io da bambino. Il tempo che ci passa addosso, e una certa malinconia che resta. Il brano è dedicato agli anni della giovinezza di mia madre, rivissuti sfogliando insieme un vecchio album di fotografie.
L’ho scritto a metà degli anni “80, quando mia madre aveva circa 50 anni ed era perfettamente orientata nel tempo e nello spazio. Il testo parla di una bambina diventata donna in situazioni difficili: c’era la guerra, la povertà, l’incertezza sul domani. Nell’assolato Sud è cresciuta senza modelli stabili, accettando le sue condizioni e coltivando aspirazioni semplici per un domani sempre più prossimo.
Gli eventi che hanno portato a cambiamenti sociali epocali le sono passati accanto sfiorandola, sempre timorosa di ciò che non conosceva e che non apparteneva alla sua sfera personale.
Ha costruito finalmente una famiglia e ha combattuto giorno dopo giorno le sue piccole battaglie di casalinga, resistendo alla fatica e alla disillusione, riducendo giorno dopo giorno i suoi orizzonti.
Cantava mia madre. Cantava le canzoni di Sanremo mentre lavava i pavimenti o riordinava le stanze.
La mia canzone dice: “Ridatemi i miei anni “50, ridatemi il canto di mia madre”.