fbpx

12.Un lungo addio

Prima o poi dovremo dire addio a qualcosa o a qualcuno. Una mia canzone sul tempo che ci passa accanto e che qualche volta ci lascia indietro. Un richiamo a vivere la vita nel momento presente.

Ma quanto è lungo questo addio? Nessuno lo sa. Noi pensiamo, speriamo che sia abbastanza lungo.

Quante volte ancora avremo l’occasione di salutare una persona cara?

Torno col pensiero a mio padre, a mia madre. Quante cose avrei voluto chiedere, quante ne avrei voluto dire quando c’era ancora il tempo per farlo.

Proporrei 2 nuovi peccati capitali: la fretta e la pigrizia, per le quali spesso, troppo spesso non viviamo pienamente il nostro presente e quello di chi ci sta a cuore. A volte per la nostra pigrizia ci tocca fare tutto troppo in fretta. E per la fretta non ascoltiamo abbastanza, non ci diamo abbastanza. Rimandiamo a dopo ciò che consideriamo non urgente. Lo rimandiamo ad un momento ‘migliore’.

Tanto c’è tempo. Davvero?

Credo invece che dovremmo fermarci a prendere consapevolezza della fragile ricchezza che ci circonda, fatta di affetti e di momenti insieme. Irripetibili, e di cui a volte non riusciamo a cogliere la bellezza, la transitorietà e, in definitiva, l’unicità.

Ora è il momento di dire, fare, baciare, accarezzare. Senza distrarsi. Magari concedendosi meno (meritato?) riposo, per far fronte agli impegni quotidiani senza dover rinunciare alla pienezza della vita.

Ascolta “Un lungo addio”

11.Donna robot

La vita di coppia non è sempre facile. A volte l’abitudine e la routine quotidiana possono avvelenare un rapporto. E allora sembra che tutto sia diverso da prima.

Chi mi sta accanto forse non condivide i miei sogni, o forse i suoi entrano in conflitto con i miei. La sua realizzazione personale avverrà insieme a me o nonostante me?

Ammettiamolo. Quante volte, in un rapporto di lunga durata, abbiamo pensato di fuggire via e poi magari abbiamo rinviato “a un momento migliore”. Forse per amore? O forse per mancanza di coraggio?

Quante volte è stato difficile tornare a casa, dove ci aspettava la solita routine, la noia delle cose “risapute e stanche”, e il relativo senso di soffocamento.

Tutt’e due abbiamo avuto la percezione che tutto era cambiato rispetto agli inizi. L’orizzonte che prima lasciava intravedere traguardi lontani, ora si è abbassato tanto che si riesce a scorgere solo la quotidianità. Niente idee, niente proposte. Una sorta di ripetizione meccanica di gesti e di azioni, giorno dopo giorno. Come automi, come robot appunto.

E comincia la guerra: ci si accusa reciprocamente, vengono fuori le questioni di principio, si prolungano le assenze, emerge la paranoia, cominciano le ripicche, i toni alti, i silenzi. La distanza è quella tra due estranei, due contendenti.

E tutt’a un tratto, incredibilmente, sopraggiunge la necessità di difendersi, di giustificarsi.

Sembrano venir meno le ragioni dello stare insieme.

A questo punto si rende indispensabile una presa di posizione del primo dei due che ritrova le ragioni del cuore. Un cessate il fuoco unilaterale che dia la possibilità a entrambi di riprendere i sensi e ripartire. Ritrovando il contatto fisico, gli sguardi morbidi, la disponibilità per l’altro. E ripartendo dai nostri obiettivi, dai nostri sogni. La domanda è: siamo ancora in grado di ‘volare’ insieme?

Ascolta “Donna Robot”

10.Non chiamarmi amore

Che cos’è l’amore? Di preciso non lo so, ma so che a volte non è quello che pensiamo. In questa canzone dico la mia.

L’attrazione sessuale, il desiderio, la passione, il coinvolgimento fisico sono certamente anche elementi di una relazione amorosa. Ma quando diventano l’unico ingrediente di una ricetta possiamo ancora parlare di amore?

L’amore dei cinque sensi (e della mente che elabora e esaspera l’assenza), l’amore del gusto, dell’olfatto, del tatto oltre che della vista e dell’udito, è potente tanto da scuoterti nel più profondo del tuo essere, ma fragile, esposto a innumerevoli possibilità di finire. Inoltre è discontinuo, esiste fino a quando il nostro partner continua a mostrarci le caratteristiche per cui l’apprezziamo.

È un sentimento del presente che non progetta un’esistenza, non si proietta nel futuro. Si appaga di ciò che è ora pur partecipando ad una ricerca, seppur istantanea, di infinito. È gioia di vivere un sano rapporto di reciproco appagamento. L’amore delle forme e degli sguardi, della tenerezza, del chiaro di luna, del gesto repentino e furtivo, dell’intesa senza parole, del buon tempo. Lo stesso che, quando degenera in possesso, può diventare pericoloso, portare a gesti estremi, come tendenzialmente estrema è la sua natura.

Sì, l’amore dei sensi dà senz’altro sapore alla vita, esprime un rapporto alla pari. Differente è l’amore fondato sul personale bisogno-desiderio di dare, di donare anche se stessi,che però determina un rapporto complementare e sbilanciato: ti voglio bene a prescindere. L’amore anche quando le cose non vanno, quando si è svuotati dalla stanchezza, incagliati nelle difficoltà, vinti da una certa sensazione di solitudine. È l’amore della pazienza, della benevolenza e della gratitudine. È l’amore forte e resistente del tempo che scorre: buongiorno, buonanotte amore mio.

Perciò non chiamarmi amore se non è per sempre.

Ascolta “Non chiamarmi amore”

09.Foglie d’erba

Alcune riflessioni che prendono spunto dal “Canto di me stesso” di Walt Whitman nel suo “Foglie d’erba”, che suggerisco a mia figlia.

Il poema di Whitman rappresenta un universo, una sorta di paradiso perduto dal quale noi siamo stati cacciati, o meglio dal quale ci siamo (involontariamente?) allontanati. E ora, anche volendo, non ritroviamo più la strada.

È esaltazione del presente, è immedesimazione nel momento preciso che si sta vivendo.

E allora ora, proprio adesso, è il momento di scegliere, di cominciare qualcosa di nuovo, di avviare un progetto di vita, ma anche di sentire con tutto se stesso la forza di essere vivi. Non c’è stato mai un momento migliore per farlo, né ci sarà in futuro.

Ma in realtà il tempo non esiste. Gioventù e vecchiaia sono concetti falsi, da dimenticare. Non devono diventare alibi per la non azione, perché comunque solo in questo momento possiamo dire di essere al massimo delle nostre possibilità, della nostra perfezione. Conseguentemente il nostro piacere e la nostra sofferenza sono solo quelli che possiamo provare ora.

Il resto è solo ricordo o promessa, non può darci il brivido dei sensi e non brucia sulla pelle.

La mia canzone, ispirata dai suoi versi, è dedicata a mia figlia e vuole essere una sorta di decalogo, una guida per le sue scelte.

Ascolta “Foglie d’erba”

08.Tu non sbagli mai

La difficile relazione tra due persone profondamente diverse, tenuta insieme (con qualche sofferenza) dall’amore e dal desiderio reciproco.

Sapete bene di cosa parlo. Spesso le donne aspirano a salvarci dalle nostre cattive abitudini, dal nostro modo di vestire, dalle cose che a noi sembrano importanti e a loro no, e da tante altre piccole e grandi sviste che invece a loro non sfuggono.

Ci correggono, ci educano, e noi magari stentiamo a seguirle nel loro sincero sforzo di renderci migliori e di farci avanzare nel progresso della specie umana.

Sì sopportiamo, e ci rifugiamo, troppe volte e troppo a lungo, nel sogno, nella fantasia di un’esistenza diversa, più libera, ma sicuramente più aperta ad errori di ogni tipo e grandezza. Si può essere più sciocchi? Forse.

In realtà non accettiamo affatto di perdere la nostra donna, che abbiamo scelto e che ci ha scelto: arrendersi alla sua seduzione è un dolce soccombere. E al diavolo il sogno.

Ascolta ” Tu non sbagli mai”

07.La voce del mare

La voce del mare è dentro tutti noi che abbiamo avuto la sorte di nascere in una città costiera. C’è molta intimità tra noi e il mare.

Noi abbiamo respirato l’aria del mare prima di riuscire a reggerci in piedi. Da allora, come  un leggero strato di salsedine riveste la nostra pelle.

Durante tutto il corso della mia vita, soprattutto quando ritornavo dopo essermene allontanato, sono tornato a guardare il mare tutte le volte che ho potuto.

Qualunque fosse il mio stato d’animo (soprattutto durante l’adolescenza molti turbamenti si avvicendavano dentro di me), il mare mi placava, mi rasserenava, si prendeva cura di me.  E io gli sono sempre stato grato.

Lasciando andare lo sguardo sulla superficie del mare, non mi importava cosa ci fosse al di là. Ero invece vinto dalla sua immensità, dall’indeterminatezza dei suoi confini, dalla sua profondità. Quante ore ho passato di fronte al mare e tutte le volte era come incontrare un vecchio amico che mi ripeteva: “Va tutto bene, va tutto bene”.

Ascolta “La voce del mare”

06.Fine del viaggio

Quante volte ho pensato, stringendo più forte il volante, “Io speriamo che me la cavo”. A volte un lungo viaggio in auto si può trasformare in un incubo. Lo racconto in questa mia canzone.

In una delle mie vite precedenti ho viaggiato molto in auto per lavoro.
Ho guidato con la luce e col buio, appena sveglio o stanco dopo un’intera giornata. Ho guidato per anni, macinando 1000 chilometri ogni settimana.

Alla guida mi sono presentate le condizioni climatiche più varie e spesso ostili: nebbia, grandine, bufera; una volta stavo per rimanere in un sottopasso per un’improvvisa alluvione.
Per non parlare dei pazzi al volante, dei sorpassi azzardati, delle perdite di carico dai camion, degli pneumatici che esplodono e infine della mia personale disattenzione e/o avventatezza.
Posso dire con certezza che sono vivo per miracolo.

La strada è un brutto posto per viverci.

Stando fuori casa tutta la settimana è una liberazione poter finalmente dire: “Fine del viaggio”.

Nota: Il susseguirsi dei battiti che determinano il tempo, e quindi la velocità di questo pezzo, corrisponde all’andamento medio dei tergicristalli in caso di pioggia.

Ascolta “Fine del viaggio”

05.Caramelle da una sconosciuta

La dimensione del sogno e il richiamo dell’infanzia. Il fascino dell’ignoto, il piacere della trasgressione alle regole, la voglia di lasciarsi andare.

Tra presente e passato si intrecciano il desiderio di nuove esperienze e la paura di perdersi. Una continua oscillazione tra la fugace sensazione che in qualche luogo si trovi il paese dei balocchi e la costante tendenza al pessimismo della realtà.

Lasciarsi andare non è poi così facile, e certamente non bastano il te, la luna e i gatti per rinunciare alla propria corazza e affrontare il mondo accettando di essere semplicemente noi stessi, fragili e indifesi.

E questo conta innanzitutto nell’incontro con l’altro: cosa si cela dietro la sua maschera? Quali sono realmente i suoi obiettivi? Sarà sincero, mi posso fidare?

E poi come mi vede? Che penserà di me? Avrei potuto vestirmi meglio. Peggio di così, oggi è una giornata no. Se solo avessi immaginato.

Questa canzone racconta la favola di un incontro possibile, in un universo di persone che sempre più difficilmente si incontrano davvero.

Vinicius de Moraes cantava nella sua Samba da Benção

“La vita è l’arte dell’incontro.”

Ascolta “Caramelle da una sconosciuta”

04.E così sia

A un certo punto è giusto che ciascuno prenda la propria strada. Questa canzone parla di una separazione necessaria.

Me lo ricordo molto bene. Avevo appena raggiunto la maggiore età (allora a 21 anni). Il piano era perfetto: avevo appena dato un altro esame alla facoltà di medicina e, con la complicità dei miei amici, avevo riempito un enorme zaino dell’aeronautica comprato al mercatino americano.

Dissi ai miei che sarei stato via qualche giorno. Non sono mai più tornato.

Per me era naturale andare via, anzi obbligatorio all’alba degli anni settanta. Il movimento studentesco era in pieno fermento e prometteva nuovi possibili orizzonti, ed inoltre una ragazza mi aspettava altrove.

È stata una scelta fondamentale per la mia vita, ma i miei non hanno mai compreso e tanto meno condiviso né la forma né le motivazioni di questo abbandono. Purtroppo allora ritenevo di non avere alternative alla fuga.

Oggi mi dico che ho fatto bene, ma in tutti questi anni ho portato addosso un pesante senso di colpa come una cicatrice nascosta.

Ecco perché ero pronto a subire la stessa sorte, lo stesso dolore, magari appena affievolito da una maggiore consapevolezza.

Così non è stato. La strada dell’indipendenza di mia figlia non ha prodotto sofferenza, ma solo una più forte coscienza del mio amore per lei e la certezza che la sua felicità è anche la mia felicità.

Sono stato fortunato.

Ascolta “E così sia”

 

03.Album

Lei da giovane, io da bambino. Il tempo che ci passa addosso, e una certa malinconia che resta.  Il brano è dedicato agli anni della giovinezza di mia madre, rivissuti sfogliando insieme un vecchio album di fotografie.

L’ho scritto a metà degli anni “80, quando mia madre aveva circa 50 anni ed era perfettamente orientata nel tempo e nello spazio. Il testo parla di una bambina diventata donna in situazioni difficili: c’era la guerra, la povertà, l’incertezza sul domani. Nell’assolato Sud è cresciuta senza modelli stabili, accettando le sue condizioni e coltivando aspirazioni semplici per un domani sempre più prossimo.

Gli eventi che hanno portato a cambiamenti sociali epocali le sono passati accanto sfiorandola, sempre timorosa di ciò che non conosceva e che non apparteneva alla sua sfera personale.

Ha costruito finalmente una famiglia e ha combattuto giorno dopo giorno le sue piccole battaglie di casalinga, resistendo alla fatica e alla disillusione, riducendo giorno dopo giorno i suoi orizzonti.

Cantava mia madre. Cantava le canzoni di Sanremo mentre lavava i pavimenti o riordinava le stanze.

La mia canzone dice: “Ridatemi i miei anni “50, ridatemi il canto di mia madre”.

Ascolta “Album”

 

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Cookie Policy

Cookie policy Che cosa sono i cookie - I cookies sono piccoli file di testo che si trovano nel tuo browser. Quando si accede a un sito web, un cookie viene inviato al tuo dispositivo tramite cui accedi al sito web, inviando informazioni al browser. I cookies sono molto comuni e sono utilizzati su numerosi siti web. Questo accade poiché i cookies permettono a chi gestisce il sito web di fare cose utili; per esempio, un cookie consente al gestore di un sito web di sapere se un dispositivo ha visitato il sito web in precedenza. In genere, la finalità dei cookies è migliorare il funzionamento del sito web e l’esperienza dell’utente nell’utilizzo dello stesso. Per ulteriori informazioni generali sui cookies vedere l’articolo di Wikipedia su cookie HTTP (http://it.wikipedia.org/wiki/Cookie) Disattivazione Cookies - È possibile disattivare i cookies modificando le impostazioni del browser (ti consigliamo di vedere la guida del tuo browser per capire meglio come fare). Si ricorda comunque che disattivando i cookies si potrebbero disabilitare alcune funzionalità di questo e di molti altri siti web che andrai a visitate, infatti la disattivazione dei cookie di solito causa l’interruzione di alcune funzionalità e caratteristiche del sito. Pertanto si consiglia di non disattivare i cookie. Tipologie di cookie e loro utilizzo - Nel sito www.mariodalfonso.it non vengono usati in nessun caso cookie di profilazione ossia quei cookie permanenti utilizzati per identificare (in modo anonimo e non) le preferenze dell'utente e migliorare la sua esperienza di navigazione. Vengono invece usati cookie strettamente necessari e cookie di terze parti (di seguito descritti) che vengono inviati al vostro browser quando ci si connette. Cookie strettamente necessari - Si tratta di cookie indispensabili per il corretto funzionamento del sito. La durata dei cookie è strettamente limitata alla sessione di lavoro (chiuso il browser vengono cancellati). Cookie di terze parti - Per alcune funzionalità di questo sito utilizziamo cookie forniti da terzi in particolare questo sito utilizza Google Analytics, che è uno dei software più diffusi per le analisi sul web. Questo ci permette di capire come viene utilizzato il sito e quindi ci consente di migliorare la tua esperienza . Questi cookie possono tracciare diversi elementi, ad esempio quanto tempo si spende sul sito e le pagine visitate in forma completamente anonima. Per ulteriori informazioni sui cookie di Google Analytics , vedere la pagina ufficiale di Google Analytics (https://developers.google.com/analytics/devguides/collection/analyticsjs/cookie-usage) Ulteriori informazioni - Su questo sito vengono utilizzati anche i pulsanti dei diversi Social Media e/o plugin che consentono di collegarti ai social network in vari modi. Per queste funzioni di Facebook, Twitter, ecc... questi siti invieranno cookie attraverso il nostro portale. Questi verranno utilizzati per migliorare il profilo sul loro sito o contribuire ai dati in loro possesso per vari scopi indicati nelle rispettive politiche sulla privacy. Per maggiori informazioni e dettagli puoi inviare una email all'indirizzo info@mariodalfonso.it - - - Privacy Le immagini ed i contenuti presenti nel sito internet www.mariodalfonso.it sono gestiti da Mario D'Alfonso. In nessun caso il sito internet www.mariodalfonso.it potrà essere ritenuto responsabile dei danni di qualsiasi natura causati direttamente o indirettamente dall'accesso al sito stesso, dall’utilizzo degli strumenti interattivi, dall'incapacità o impossibilità di accedervi, dall’utilizzo delle notizie in esso contenute. Il sito www.mariodalfonso.it si riserva il diritto di modificare i contenuti del sito in qualsiasi momento e senza alcun preavviso. Utilizzando questo sito l’utente si impegna a rispettarne i presenti termini di utilizzo. L'autore dei contenuti del sito Mario D'Alfonso si riserva il diritto di modificare questi termini nel caso in cui lo ritenesse necessario, pertanto consigliamo di controllare periodicamente questa pagina, per verificare se sono state apportate modifiche.

Chiudi